Lo Street Food è da sempre parte integrante della cultura culinaria italiana (si pensi alla storica cuopperia napoletana oppure all’antica friggitoria siciliana). Per alcuni anni la sua immagine è stata offuscata da un’offerta di scarsa qualità e varietà, basti pensare alle sole alternative sino a poco tempo fa presenti sul mercato, parcheggiate nei pressi dei clubs o degli stadi durante le manifestazioni sportive. La stessa clientela in anni di disservizio aveva cancellato dalla memoria questa gloriosa ed economica alternativa ad un pasto formale, arrendendosi così ad una facile maniera per saziarsi.
Gli Stati Uniti hanno la capacità di riportare sotto la luce dei riflettori tendenze sempre innovative, nonostante non sempre facciano parte della loro cultura. Nell’ultima decade lo street food, da fenomeno underground quale era, è arrivato alla sua maturità portando vari imprenditori a cavalcarne l’onda e riportando sempre più tipici cibi da passeggio caduti nel dimenticatoio di nuovo in auge, raffinandone il sapore con la sapienza delle antiche ricette ed elevandoli a livello di gourmet.
Quello che fino a poco tempo fa era considerato un servizio da offrire alle manifestazioni, ora è diventato, finalmente, argomento principale, nonché contenuto, delle manifestazioni stesse.